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STORIA E TERRITORIO


La sezione ospitata nel sottotetto del Museo di Riva del Garda è dedicata alla storia del Basso Sarca, a partire dalla preistoria fino agli eventi della II Guerra Mondiale.

 

Paesaggi Sommolago  

Il percorso si apre con la mostra Paesaggi del Sommolago. Dal V millennio a.C. all'età moderna a cura di Gian Pietro Brogiolo, nella quale il tema del paesaggio emerge quale punto focale che caratterizza le ricerche relative alla storia del territorio alto gardesano.
Il paesaggio storico costituisce un contesto ecologico e sociale all'interno del quale si collocano infrastrutture (quali viabilità e sistemi irrigui, spazi agrari e dell'incolto) in progressiva trasformazione unitamente ad abitati, architetture, fortificazioni e luoghi di culto.

Si prosegue nella sala dove mappe, vedute dedicate alle vie di commercio e planimetrie dei centri abitati testimoniano le vicende storiche più significative nel Sommolago, presentando le comunità altogardesane che abitarono il territorio tra la fine del Medioevo e il XVII secolo. A partire dal X secolo fino al XV si assiste alla costruzione di numerose strutture fortificatorie e difensive in posizioni tali da consentire un efficace controllo del territorio e delle sue vie di comunicazione. Tra queste il castello di Arco, la Rocca di Riva del Garda, il castello di Tenno, quello di Drena, il Bastione di Riva e Castel Penede a Nago.
Particolare attenzione è riservata alla dinastia dei Madruzzo, imparentata con la grande aristocrazia italiana ed europea, che possedeva a Riva numerosi edifici, aveva scelto fra le proprie residenze predilette la stessa Rocca e nel 1603 finanziò la realizzazione della Chiesa dell’Inviolata, prezioso esempio d’arte barocca nel territorio.

 
Storia, allestimenti   Un primo approfondimento tematico nel percorso è dedicato alle vie di comunicazione e percorrenza e al fiorente turismo di fine Ottocento.
La ferrovia MAR (Mori – Arco – Riva) venne inaugurata il 28 gennaio 1891, dopo solo 11 mesi di lavoro, e con un percorso di 24 chilometri ricoperto in un’ora e 30 minuti, congiungeva Mori stazione con Riva del Garda. La ferrovia, sorta per promuovere l’economia dell’Alto Garda, era anche importante per le esigenze logistiche della strategica piazzaforte di Riva del Garda e dei suoi forti negli anni immediatamente precedenti il primo conflitto mondiale. La linea ferroviaria fu dismessa nel 1936 e sostituita con i servizi automobilistici.

Il clima particolare del territorio altogardesano, la presenza di una flora già mediterranea e il carattere tipicamente italiano dei suoi centri, furono i motivi per cui, alla fine dell’Ottocento, Arco e Riva furono annoverati tra i più apprezzati luoghi di soggiorno e di cura della Mitteleuropa. Arco, la cui crescita fu incrementata dall’arciduca Alberto d’Asburgo, cugino dell’imperatore Francesco Giuseppe, divenne un centro di cura invernale. Sorsero ville e alberghi dove soggiornarono membri della corte di Vienna, la famiglia dei granduchi di Toscana, l’ultimo re di Napoli Francesco II ed altri nobili esponenti. A Riva la presenza del lago determinò la costruzione di stabilimenti balneari e di moderni hotel, mentre i medici Von Hartungen nei loro stabilimenti di cura offrivano terapie omeopatiche e naturali, richiamando anche famosi intellettuali, come Heinrich e Thomas Mann, i fratelli Brod, Franz Kafka.

La sezione prosegue presentando squarci dell’Ottocento, in modo particolare la situazione apertasi nel 1866 quando l’Alto Garda divenne terra di confine con il Regno d’Italia e l’autorità austriaca si trovò ad intensificare il controllo politico e a rafforzare la presenza militare mediante l’edificazione di forti e caserme.
La zona dell’Alto Garda presenta, infatti, la caratteristica unica di possedere sul territorio tutte le tipologie di fortificazioni permanenti costruite dall’Impero austroungarico tra la metà dell’800 e il 1918. Basta qui ricordare le fortificazioni di San Nicolò e Nago, quella di Sant’Alessandro costruita nel 1881-2, forte Batteria di Mezzo del 1900, forte Garda del 1907 e forte Tombio del 1912. La Tagliata del Ponale, iniziata a costruire nel 1904, continuò ad essere ampliata anche durante la Grande Guerra fino al termine del conflitto. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento sempre più acceso fu infatti lo scontro tra le idee irredentiste, sostenute dai ceti più colti della popolazione, e la tradizionale fedeltà alla Casa d’Austria.

     
Storia, resistenza   La storia del Novecento è testimoniata dalle due guerre mondiali e principalmente gli esiti che si determinarono in sede locale in campo politico ed amministrativo: l’evacuazione dei civili dalla Valle di Ledro e dalla piana del Sarca fino a Dro e Ceniga, internati nelle regioni dell’Impero, per lo più in Boemia e Moravia; l’annessione al Regno d’Italia; l’affermarsi del regime fascista e gli interventi strutturali realizzati a Riva da Giancarlo Maroni, nonché le costruzioni della Gardesana orientale, della Gardesana occidentale nel 1931 e del Porto di San Nicolò nel 1938; l’occupazione tedesca delle Province di Trento, Bolzano e Belluno con la creazione dell’Alpenvorland dopo l’8 settembre 1943.

La sezione si chiude con la mostra multimediale Achtung Banditen, curata da Lorenzo Gardumi per la direzione artistica di Micol Cossali e Valentina Miorandi, che documenta uno dei più importanti episodi della resistenza trentina, il 28 giugno 1944, giorno in cui i nazisti assassinarono undici partigiani e ne arrestarono diverse decine, e con materiale fotografico che illustra la liberazione di Riva, avvenuta il 30 aprile 1945, ad opera dei partigiani e dei cittadini poco prima dell’arrivo degli alleati in città.

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